Arrivati in prossimità della presa dell'acquedotto, notiamo che la valle che dobbiamo risalire è ostruita da un grosso albero franato dai pendii circostanti. Risaliamo la ripida sponda sinistra e ci ricaliamo nel greto non senza qualche difficoltà a causa della ripidezza del pendio. Arrivati di fronte ad un salto roccioso, che sicuramente non si doveva arrampicare, non si vede l'ingresso della grotta. Eppure deve essere da queste parti. Anche qui segni di frane, ma non recenti, e vegetazione rigogliosa dappertutto; vuoi vedere che è stato sommerso? La Sara prova a scrutare tra le piante rampicanti e sente un refolo d'aria fresca: è lì sotto! Ci apriamo la via, come se fossimo in una foresta tropicale, e dentro.
Superiamo veloci gli stretti a labirintici cunicoli iniziali (per fortuna c'è il cavo a guidarti), sporcandoci per bene di fango, e raggiungiamo l'attivo dove procediamo a pulirci.
nel tratto iniziale ci sono parecchie intrusioni di basalto nella roccia calcarea
Durante il lungo primo tratto splendido, facciamo un paio di foto e poi decidiamo di proseguire fino in fondo e farle al ritorno. L'attivo è sbarrato da una zona franosa e ci attende un lungo tratto da strisciare: il "Cunicolo Yoga", un nome, un programma.
Sandro fa da apripista, sbagliando l'imbocco, ma che per fortuna reimmette nel cunicolo giusto, e poi infilandosi in un lunghissimo tubo freatico riempito di terra. Dopo un paio di passaggi al limite, dove ha dovuto pure togliersi il casco, gli viene il dubbio di aver sbagliato e ritiene impossibile che chi ha fatto immersioni nel sifone finale sia passato di qua con le bombole! Per fortuna trova uno slargo dove girarsi e ripercorre il budello sempre con il sacco speleo pieno di pesante attrezzatura fotografica davanti a sè!
Alla fine troviamo la via per ritornare sull'attivo, ma subito c'è un'altra frana da passare ed è quella con il "passaggio super-yoga" che obbliga a contorsioni per trovare la via giusta tra massi di frana puntellati che è meglio non guardare e non sollecitare troppo!
Finalmente l'attivo e, dopo un tratto basso, procediamo in posizione eretta fino al sifone dove ci concediamo una pausa contemplando i favolosi fiori di gesso che costellano le pareti.
Durante il ritorno facciamo foto nei punti più caratteristici di questa seconda parte di grotta tra cui i meravigliosi camini che si perdono nell'oscurità. Però ci siamo fregati! Abbiamo sporcato tutta l'acqua e certe foto verrebbero brutte: le rifaremo durante l'andata della prossima volta che verremo.
la forra - uno dei due altissimi camini
Ramo a T
il fantastico meandro
Via veloci attraverso la frana centrale ed il primo tratto bello, iniziamo la via dell'uscita non prima di aver dato un'occhiatina allo splendido rametto delle stalattiti. La risalita è più faticosa perchè siamo completamente ricoperti di melma viscida e scivoliamo non poco.
All'uscita foto di gruppo tutti marroni, discesa acrobatica sull'albero crollato e poi lavaggio di tutta l'attrezzatura sul torrente che esce a valle della presa dell'acquedotto nell'acqua della grotta resa torbida dal nostro passaggio interno.
uscita "amazzonica"
S-Team di oggi, da sinistra: San, Massi, Sara, Simo
Conclusione d'obbligo al Bar Rana, come da tradizione quando si viene da queste parti ;-)
San
Bhe, vedendo la foto di gruppo all'uscita........non vi invidio per niente.
RispondiEliminaMa io ci sarei passato?
El pi grosso.
Ciao
Donato