domenica 27 luglio 2014

Buso del Ghiaccio 2

Erano due anni che ci era rimasta la voglia di scendere al fondo di questa grotta. Questa volta però non ci siamo fatti trovare impreparati e ci siamo riforniti di tre bei chiodi da ghiaccio al magazzino della nostra sede CAI e portato dietro pure la sacca d'armo per poter piantare eventualmente anche nuovi spit.
Dopo una meravigliosa seconda colazione a Canove ci siamo avviati verso la parte alta dell'altopiano. Un tratto di sterrata prima del Monte Forno era particolarmente dissestata e Sandro, in un tornante, non ha visto una buca profondissima: l'urto violento della gomma ribassata ha lesionato il pneumatico facendoci bucare. Su il ruotino di scorta e via! Alla faccia di chi gira solo con il compressore e la bomboletta!
Dopo esserci "mussizzati" (caricati come mussi), con un'oretta di cammino siamo all'ingresso. C'è ancora un residuo di nevaio, ma si riesce a passare lo stesso sotto, senza dover armare una calata in corda.



All'interno lo stillicidio è intenso (il giorno precedente era venuta una pioggia monsonica!) e l'altezza del "lago ghiacciato" (la parte superiore del ghiacciaio) sembra leggermente più bassa del solito.
La conferma l'abbiamo affacciandoci sul saltino che dà verso il ghiacciaio interno: rispetto a due anni fa è notevolmente diminuito ed il confronto tra le due foto è eloquente.

La grande diminuzione della quantità di ghiaccio nella sala interna. Potrebbe anche essere colpa del noto riscaldamento globale terrestre, ma anche della differenza di stagione (piena estate contro autunno) e dell'eccezionale piovosità dell'estate 2014.

Indossati i ramponi ci caliamo; ovunque pozze d'acqua di fusione, anche davanti all'imbocco della salettina dove avevamo trovato i cristalli di ghiaccio subliminale; non tentiamo neanche di entrarci.
Sandro gode alla grande nel piantare i chiodi da ghiaccio (novità d'armo) per arrivare nella parte bassa con un salto di circa 6m lungo una splendida parete di ghiaccio trasparente solcato da rivoli d'acqua.


Tolti i ramponi seguiamo il bordo del ghiacciaio lungo un corridoio tra la parete che riporta in direzione dell'ingresso. Lungo il percorso si vedono i resti di una scala in legno della prima guerra e numerose ossa di animale. Dopo una trentina di metri Sandro s'infila titubante in un basso passaggio tra fondo sassoso e soffitto di ghiaccio e sbuca in una sala discendente sotto al ghiacciaio. Rassicurati, arrivano anche gli altri per fare foto e qualche ripresa video.


Incredibile come cambiano le morfologie interne del ghiacciaio; la sensazione è quella di un notevole disgelo, ma siamo in piena estate e può essere che durante l'inverno la quantità di ghiaccio torni a riformarsi. La conferma l'abbiamo dal rilievo (tratto dal libro "Dimensione Buio" di Busellato e GGS), vecchio di oltre 30 anni, in cui si vede una quantità di ghiaccio ancora minore.

Abbiamo programmato una spedizione invernale anche per poter osservare le meravigliose concrezioni che si formano grazie all'abbondante stillicidio.



Lo Speleo-Team di oggi: Massimiliano, Sara, Simona, Sandro


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