Il punto GPS ce l'avevamo e pure una traccia gentilmente passata da Maurizio Maffei, ma poi alla fine si è aggregato pure Mauro Kraus, con una bella squadra al seguito, e siamo andati dietro a lui, ma con un occhio al gps-telefonino per verificare se era tutto giusto.
Effettivamente, senza gps, se non ci sei mai stato, nessuno sarebbe in grado di arrivare all'ingresso, dato che si trova in mezzo ad un bosco e senza un sentiero evidente che arriva nei pressi.
La prima parte è un'alta galleria in discesa abbastanza concrezionata, ma ormai fossile e priva d'interesse. Dopo la calata del P10 sotto la grata le dimensioni aumentano via via che si prosegue tra vari sali-scendi su colate e frane con terreno sempre molto scivoloso.
Alcuni scorci sono veramente belli e concrezionati; non ci aspettavamo ambienti così grandi, specie dopo la calata del primo scivolo di circa 30m.
La grotta diventa un gioiello superata una strettoia. Dalla parte opposta è un tripudio di concrezioni con la prosecuzione da cercare attraverso basse sale separate da cortine di colonne: stupendo.
La cavità termina con una serie di laghetti racchiusi dentro delle vasche a gours, la parte più bella e suggestiva.
Torneremo sicuramente in futuro; ci sono parecchi altri punti che meritano di essere fotografati.
Per Giulio oggi è stata la "prima volta" in una grotta del Carso e per lui, abituato solo alle cavità vicentine, è stata una goduria immensa nel vedere tutta quest'abbondanza di concrezioni.
Grazie a Mauro Kraus per averci fatto da guida ed aver armato per noi la grotta. Si è auto-ricompensato del servizio "sfruttando" le nostre luci per fare anche lui qualche foto mettendosi a fianco di Sandro.
Gruppone internazionale oggi, con speleo provenienti da Argentina, Germania, Slovenia, Trieste e Veneto. Da sinistra: Simona, Mila, Sandro (dietro), Gianni, Mauro, Rodrigo, Irena, Sandrin, Alberto (dietro), Katrin, Claudio, Giulio, Massimiliano
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