Uscita da "turisti" ieri; destinazione Buso del Vento a Monte Magrè (VI) con la guida esclusiva del mitico Miguel.
Questa grotta, nonostante l'elevato sviluppo di oltre 3km, tutta orizzontale e vicina a Monte di Malo, risulta molto snobbata tra gli speleo. Il motivo è sicuramente dato dal suo famigerato ingresso: uno stretto e fangosissimo budello in discesa. Eloquente la fotografia del giovane speleo infangato fin sopra i capelli all'uscita dalla grotta e pubblicata sul meraviglioso libro "Dimensione Buio" di Busellato e Gruppo Grotte Schio. Ma Miguel dice che "xè bea, propprio bbea" ed allora andiamo a vederla!
Non ci pare vero di avere i sacchi così leggeri; anzi Sandro e Damiano addirittura NON ce l'hanno e si sono limitati al sacchettino appeso alla cintura. Miguel neanche quello! Simona e Massimiliano si vogliono male e vengono lo stesso con il sacco grande, anche se mezzo vuoto.
Risaliamo la valle che conduce all'ingresso e passiamo oltre alla presa dell'acquedotto che pesca l'acqua della grotta; ce n'è parecchia, chissà che bello dentro ...
Ci infiliamo nel piccolo pertugio dell'ingresso iniziando da subito a smerdarci di terra. Percorso prevalentemente in discesa, ma con alcune risalite e varie deviazioni che, se non ci fosse un cavo elettrico da seguire, sarebbe difficile trovare la via. Il clou del budello una stretta condotta lunga una decina di metri con una spanna di acqua e fango dove avanzi di fianco cercando di non tociare il corpo.
Siamo già tutti completamente marroni; figurati se ci viene voglia di fare foto in queste condizioni!
Finalmente sbuchiamo nell'attivo con la sua bellissima ed ampia galleria. Ci laviamo nelle belle e numerose pozze d'acqua alimentate dal vivace torrente. Beh, dato che è possibile pulirsi, allora venire a fare foto è fattibile.
Laghetti, cascatelle, roccia erosa, calcare chiaro punteggiato dal nero basalto con addirittura blocchi di lava effusiva che sporgono dal calcare: bello, bello! E camminare tranquillamente eretti, dentro l'acqua, tra i continui meandri della galleria: che goduria!
Ma il godimento si esaurisce di fronte ad una frana ed ora ci tocca il Cunicolo Yoga, 90 metri di strisciamenti, tociamenti nel fango e contorsioni tra i blocchi di frana puntellati qua e là.
E' il prezzo da pagare per le meraviglie che ci attendono oltre. Tutto il bello visto prima, ma ancora più bello, più grande, più godurioso! In Rana ci si sogna di camminare eretti e tranquilli per tratti così lunghi.
Passata Sala Astrakan, l'attivo è bloccato da dei crolli; si passa quindi nei rami fossili superiori che intercettano una serie di favolosi ed altissimi camini attivi. Ritornati all'acqua, la galleria diventa un'alta forra larga al max un paio di metri che termina in una saletta con un sifone che attende la visita di qualche volonteroso speleosub. Ma in questa saletta c'è qualcosa di strepitoso: fiori di gesso! E che fiori! Alcuni sono giganteschi; mai visti di così grandi. Peccato che sono abbastanza sporchi di fango e non hanno un bel bianco brillante. Lavoro per Damiano aperto.
Qui incontriamo Simone e la Michela che stanno uscendo. Michela era venuta per fotografare i fiori, ma una volta sul posto ha scoperto di avere la batteria della macchina fotografica scarica! Nooooo... che pollastra!
Poco dopo incontriamo pure Pierga, Claudia, Figata e Filippo che anche loro sono venuti in gita in questa grotta. Loro si avviano fuori, mentre noi andiamo a visitare i rami fossili nella zona del bivacco per poi tornare indietro pure noi.
Una volta fuori ci guardiamo: siamo completamente marroni! Il rosso della tuta non si vede più; solo nei gessi eravamo usciti in queste condizioni! Per fortuna c'è il torrente che esce dalla grotta ed aprofittiamo per fare il bucato e liberarci dei chili di fango accumulati.
Raramente ci siamo entusiasmati così tanto per una grotta come in questa occasione. Bisogna che torniamo assolutamente per documentarla a dovere; magari verso quest'estate, quando farà più caldo fuori.
Solo 3,5 ore di permanenza: non ci pare vero. Quindi siamo i primi ad entrare al Bar Rana alle 15:30 appena apre! Doppia birra e tostone per tutti per concludere in bellezza.
S-Team di oggi: Damiano, Massimiliano, Sandro e Simona; special guest Miguel.
San
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lunedì 17 dicembre 2012
domenica 19 maggio 2019
Buso del Vento in piena
Una quota S-Team,non aveva proprio voglia di arrendersi ai weekend diluviali. Siamo andati al Buso del Vento per fare alcune riprese alla grotta in piena. C’era proprio tanta acqua, con divertimento assicurato già dall’avvicinamento.
Dopo la prima serie di strettoie, ci siamo sfogati con la parte allagata, molto, ma abbiamo dovuto rinunciare alla ricerca delle “bellezze di gesso”,perché essendo senza muta avevamo accumulato un “pochino” di freddo.
Ottima uscita,comunque per lo spirito e per il test ad una caviglia operata da poco.
Ci torneremo sicuramente.
S-Team di oggi: Filippo, Stefano, Chiara, Achille.
Dopo la prima serie di strettoie, ci siamo sfogati con la parte allagata, molto, ma abbiamo dovuto rinunciare alla ricerca delle “bellezze di gesso”,perché essendo senza muta avevamo accumulato un “pochino” di freddo.
Ottima uscita,comunque per lo spirito e per il test ad una caviglia operata da poco.
Ci torneremo sicuramente.
S-Team di oggi: Filippo, Stefano, Chiara, Achille.
domenica 18 ottobre 2015
"Dentro la montagna", mostre e proiezioni a Schio
Questo weekend siamo stati ospiti del Gruppo Grotte Schio all'interno della manifestazione annuale "La montagna in città" collaborando nell'allestimento della mostra "Dentro la montagna".
Abbiamo fornito tante delle nostre foto per illustrare le principali cavità vicentine dove il gruppo scledense è stato protagonista nelle esplorazioni: Buso della Rana, Buso della Pisatela, Buso della Neve, Buso del Vento e Però Prometteva Bene.
Nel grande e luminoso salone open-space dell'ex lanificio sono state allestire mostre su Soccorso Speleologico, Storia esplorativa, SpeleoSubacquea, BioSpeleologia, il ciclo dell'acqua (con laboratorio) ed un ampio spazio per i bimbi con la divertentissima "anaconda" ed una slackline gestita dal CAI.
Nella saletta proiezioni abbiamo riproposto il documentario "Rana-Pisatela 40 km".
E' stata per noi una grande opportunità di mostrare i nostri lavoro video-fotografici e non ringrazieremo mai abbastanza gli amici di Schio per averci coinvolti nell'organizzazione dell'evento.
Il pubblico è stato veramente numeroso, specialmente durante la giornata di domenica: super!
Le altre foto si trovano nell'album Facebook https://www.facebook.com/media/set/?set=a.608377922524437.1073741827.222296177799282&type=3
Abbiamo fornito tante delle nostre foto per illustrare le principali cavità vicentine dove il gruppo scledense è stato protagonista nelle esplorazioni: Buso della Rana, Buso della Pisatela, Buso della Neve, Buso del Vento e Però Prometteva Bene.
Nel grande e luminoso salone open-space dell'ex lanificio sono state allestire mostre su Soccorso Speleologico, Storia esplorativa, SpeleoSubacquea, BioSpeleologia, il ciclo dell'acqua (con laboratorio) ed un ampio spazio per i bimbi con la divertentissima "anaconda" ed una slackline gestita dal CAI.
Nella saletta proiezioni abbiamo riproposto il documentario "Rana-Pisatela 40 km".
E' stata per noi una grande opportunità di mostrare i nostri lavoro video-fotografici e non ringrazieremo mai abbastanza gli amici di Schio per averci coinvolti nell'organizzazione dell'evento.
Il pubblico è stato veramente numeroso, specialmente durante la giornata di domenica: super!
S-Team di oggi: San, Massi e Simo
San e Massi nel banchetto S-Team
Le altre foto si trovano nell'album Facebook https://www.facebook.com/media/set/?set=a.608377922524437.1073741827.222296177799282&type=3
domenica 19 aprile 2015
Buso del Vento 4
Ore 7.00 suona la sveglia, mi alzo, faccio colazione, riempio lo zaino, accendo la vespa e via!
Primo punto di ritrovo alle 8.00 a casa Sedran a Mira con Sandro, Simona e Lara, ma prima… foto di rito col vespino sulla riviera del brenta!
Ci dirigiamo quindi verso Malo per l’obbligatoria e tradizionale seconda colazione, riunito tutto il team andiamo a parcheggiare le auto, ci cambiamo e scattiamo la foto di gruppo prima che il fango (a quanto dicono ce ne sarà molto in questa grotta) ci faccia desistere dall'usare le macchinette!
Dopo una decina di minuti di camminata nel bosco arriviamo all'ingresso e dopo qualche metro di percorso eccola… la Fangazza!!! Le nostre tute iniziano a cambiare colore e diventiamo tutti “un esercito di guerrieri di terracotta”! Passata la prima serie di strettoie la grotta si allarga e Giulio inizia a fare qualche scatto. Lo scopo dell’uscita di oggi è infatti aiutare Giulio nelle foto d’ambiente e Junior (io) per quanto riguarda le macro ai fiori di gesso che si trovano al termine del ramo attivo.
Tutto sembra procedere tranquillamente quando ad un certo punto… PLAF! La macchina di Giulio finisce in acqua, panico totale! Immediatamente Giulio prova ad asciugarla e farla ripartire ma sembra che ormai l’uscita fotografica sia parzialmente compromessa, ma ecco che la Nikon si riprende, anche se con qualche malfunzionamento, e riesce a lavorare, tutto ok! Si può ripartire!
Continuiamo la progressione con la seconda serie di strettoie più selettive, preoccupati un po’ per Tullio che non simpatizza molto per questi passaggi, ma notiamo che se la cava senza problemi anzi sembra si diverta! Grande Tullio! Infine arriviamo alla nicchia riccamente concrezionata da meravigliosi fiori di gesso, mi metto all'opera e perdo la cognizione del tempo, resterei li per ore e ore ma vengo richiamato dai miei compagni che iniziano a sentire il freddo e la noia per cui scatto le ultime foto e poi via di corsa fuori che ci aspettano le bruschette del bar Rana!
Una volta usciti siamo increduli di quanto fango ci siam portati appresso e ci mettiamo a lavar le tute e l’attrezzatura nel torrente vicino l’ingresso, sembra fatto apposta!
Concludiamo con la doverosa abbinata "Birra – Bruschetta" al bar Rana e una volta sazi e dissetati solo uno è il bisogno che emerge, una doccia! Per cui torniamo a Mira poi zaino, casco e via in vespa fino a casa!
Alessandro (Junior)
Primo punto di ritrovo alle 8.00 a casa Sedran a Mira con Sandro, Simona e Lara, ma prima… foto di rito col vespino sulla riviera del brenta!
Ci dirigiamo quindi verso Malo per l’obbligatoria e tradizionale seconda colazione, riunito tutto il team andiamo a parcheggiare le auto, ci cambiamo e scattiamo la foto di gruppo prima che il fango (a quanto dicono ce ne sarà molto in questa grotta) ci faccia desistere dall'usare le macchinette!
Dopo una decina di minuti di camminata nel bosco arriviamo all'ingresso e dopo qualche metro di percorso eccola… la Fangazza!!! Le nostre tute iniziano a cambiare colore e diventiamo tutti “un esercito di guerrieri di terracotta”! Passata la prima serie di strettoie la grotta si allarga e Giulio inizia a fare qualche scatto. Lo scopo dell’uscita di oggi è infatti aiutare Giulio nelle foto d’ambiente e Junior (io) per quanto riguarda le macro ai fiori di gesso che si trovano al termine del ramo attivo.
Tutto sembra procedere tranquillamente quando ad un certo punto… PLAF! La macchina di Giulio finisce in acqua, panico totale! Immediatamente Giulio prova ad asciugarla e farla ripartire ma sembra che ormai l’uscita fotografica sia parzialmente compromessa, ma ecco che la Nikon si riprende, anche se con qualche malfunzionamento, e riesce a lavorare, tutto ok! Si può ripartire!
Tratto di grotta tra le due strettoie
Bellissimo il contrasto tra la roccia vulcanica nera ed il calcare chiaro
Una volta usciti siamo increduli di quanto fango ci siam portati appresso e ci mettiamo a lavar le tute e l’attrezzatura nel torrente vicino l’ingresso, sembra fatto apposta!
Concludiamo con la doverosa abbinata "Birra – Bruschetta" al bar Rana e una volta sazi e dissetati solo uno è il bisogno che emerge, una doccia! Per cui torniamo a Mira poi zaino, casco e via in vespa fino a casa!
Alessandro (Junior)
S-Team di oggi, tutti belli puliti, prima di entrare:
Tullio, Simona, Alessandro, Laura, Lara, Sandro, Giulio, Andrea
Tullio, Simona, Alessandro, Laura, Lara, Sandro, Giulio, Andrea
giovedì 30 aprile 2015
Do You Like Caving?
E' incredibile il successo che ha avuto su Facebook questo filmatino "stupido".
Mi ero proposto di documentare con la Gopro le strettoie del Buso del Vento, così tanto per avere dei filmatini di stretto e fango, magari da usare in futuro nel montaggio di qualche documentario.
Però, non potevo mostrare ai miei compagni le riprese "nude e crude" e così mi sono messo alla ricerca di una musica adeguata al tipo di attività, musica che doveva essere "pomposa", "epica", "forte". Beh, Iliakulakow, come genere, faceva al caso mio e quando ho ascoltato "Your destiny is coming" ho detto: "è lei!" e ci ho montato sopra il meglio delle riprese fatte.
Ho avuto poi l'ispirazione di crearci la storia del chiedere se "ti piace andare in grotta?", "prova ad andare in questa e poi mi sai dire se ti piace ancora". Scontato che gli speleologi in fondo si divertono a sguazzare nel fango e "lottare" con le strettoie, ma per chi non è del settore, questo filmato è di grande impatto ed i commenti sono stati tutti uguali: "ma voi speleo siete proprio matti!".
Ha avuto talmente successo tra gli speleo che è stato rilanciato pure nel notiziario del "The National Speleological Society", l'ente nazionale degli USA.
A volte mi chiedo se vale tanto la pena impegnarsi nel realizzare documentari "seri" e fatti bene, quando poi le cose che hanno successo sono queste.
Sandro Sedran
Mi ero proposto di documentare con la Gopro le strettoie del Buso del Vento, così tanto per avere dei filmatini di stretto e fango, magari da usare in futuro nel montaggio di qualche documentario.
Però, non potevo mostrare ai miei compagni le riprese "nude e crude" e così mi sono messo alla ricerca di una musica adeguata al tipo di attività, musica che doveva essere "pomposa", "epica", "forte". Beh, Iliakulakow, come genere, faceva al caso mio e quando ho ascoltato "Your destiny is coming" ho detto: "è lei!" e ci ho montato sopra il meglio delle riprese fatte.
Ho avuto poi l'ispirazione di crearci la storia del chiedere se "ti piace andare in grotta?", "prova ad andare in questa e poi mi sai dire se ti piace ancora". Scontato che gli speleologi in fondo si divertono a sguazzare nel fango e "lottare" con le strettoie, ma per chi non è del settore, questo filmato è di grande impatto ed i commenti sono stati tutti uguali: "ma voi speleo siete proprio matti!".
Ha avuto talmente successo tra gli speleo che è stato rilanciato pure nel notiziario del "The National Speleological Society", l'ente nazionale degli USA.
A volte mi chiedo se vale tanto la pena impegnarsi nel realizzare documentari "seri" e fatti bene, quando poi le cose che hanno successo sono queste.
Sandro Sedran
domenica 25 maggio 2014
Buso del Vento 3
Ritorniamo in questa bellissima grotta per completare il servizio fotografico. Tanta bellezza però ha il suo prezzo: due lunghe e fangosissime serie di gallerie di ridotte dimensioni con passaggi quasi al limite che hanno scoraggiato "el più grosso" del nostro team che ha deciso di fare dietro-front all'inizio della seconda serie. Ce l'avrebbe fatta sicuramente, ma non era tranquillo e sereno con la testa; ce la farà la prossima volta.
Ci siamo concentrati a scattare nella seconda parte, quella della forra-meandro attivo, sicuramente la parte più bella della grotta, fino al sifone.
Deviazione per il Ramo Tex Willer e visita del tratto principale tralasciando le piccole diramazioni laterali.
Come documentazione direi che siamo a posto, ma i punti suggestivi dove scattare sono tantissimi: lavoro aperto per chi vuole.
Ci siamo concentrati a scattare nella seconda parte, quella della forra-meandro attivo, sicuramente la parte più bella della grotta, fino al sifone.
Deviazione per il Ramo Tex Willer e visita del tratto principale tralasciando le piccole diramazioni laterali.
Concrezioni nei pressi del bivacco - Ramo delle Biciclette
Come documentazione direi che siamo a posto, ma i punti suggestivi dove scattare sono tantissimi: lavoro aperto per chi vuole.
Sandro, Giulio, Simona, Massimiliano al bivacco nel ramo Tex Willer
domenica 4 maggio 2014
Buso del Vento 2
E finalmente torniamo in questa grotta che tanto ci aveva entusiasmato durante la prima visita ricognitiva.
Arrivati in prossimità della presa dell'acquedotto, notiamo che la valle che dobbiamo risalire è ostruita da un grosso albero franato dai pendii circostanti. Risaliamo la ripida sponda sinistra e ci ricaliamo nel greto non senza qualche difficoltà a causa della ripidezza del pendio. Arrivati di fronte ad un salto roccioso, che sicuramente non si doveva arrampicare, non si vede l'ingresso della grotta. Eppure deve essere da queste parti. Anche qui segni di frane, ma non recenti, e vegetazione rigogliosa dappertutto; vuoi vedere che è stato sommerso? La Sara prova a scrutare tra le piante rampicanti e sente un refolo d'aria fresca: è lì sotto! Ci apriamo la via, come se fossimo in una foresta tropicale, e dentro.
Superiamo veloci gli stretti a labirintici cunicoli iniziali (per fortuna c'è il cavo a guidarti), sporcandoci per bene di fango, e raggiungiamo l'attivo dove procediamo a pulirci.
Durante il lungo primo tratto splendido, facciamo un paio di foto e poi decidiamo di proseguire fino in fondo e farle al ritorno. L'attivo è sbarrato da una zona franosa e ci attende un lungo tratto da strisciare: il "Cunicolo Yoga", un nome, un programma.
Sandro fa da apripista, sbagliando l'imbocco, ma che per fortuna reimmette nel cunicolo giusto, e poi infilandosi in un lunghissimo tubo freatico riempito di terra. Dopo un paio di passaggi al limite, dove ha dovuto pure togliersi il casco, gli viene il dubbio di aver sbagliato e ritiene impossibile che chi ha fatto immersioni nel sifone finale sia passato di qua con le bombole! Per fortuna trova uno slargo dove girarsi e ripercorre il budello sempre con il sacco speleo pieno di pesante attrezzatura fotografica davanti a sè!
Alla fine troviamo la via per ritornare sull'attivo, ma subito c'è un'altra frana da passare ed è quella con il "passaggio super-yoga" che obbliga a contorsioni per trovare la via giusta tra massi di frana puntellati che è meglio non guardare e non sollecitare troppo!
Finalmente l'attivo e, dopo un tratto basso, procediamo in posizione eretta fino al sifone dove ci concediamo una pausa contemplando i favolosi fiori di gesso che costellano le pareti.
Durante il ritorno facciamo foto nei punti più caratteristici di questa seconda parte di grotta tra cui i meravigliosi camini che si perdono nell'oscurità. Però ci siamo fregati! Abbiamo sporcato tutta l'acqua e certe foto verrebbero brutte: le rifaremo durante l'andata della prossima volta che verremo.
Via veloci attraverso la frana centrale ed il primo tratto bello, iniziamo la via dell'uscita non prima di aver dato un'occhiatina allo splendido rametto delle stalattiti. La risalita è più faticosa perchè siamo completamente ricoperti di melma viscida e scivoliamo non poco.
All'uscita foto di gruppo tutti marroni, discesa acrobatica sull'albero crollato e poi lavaggio di tutta l'attrezzatura sul torrente che esce a valle della presa dell'acquedotto nell'acqua della grotta resa torbida dal nostro passaggio interno.
Conclusione d'obbligo al Bar Rana, come da tradizione quando si viene da queste parti ;-)
San
Arrivati in prossimità della presa dell'acquedotto, notiamo che la valle che dobbiamo risalire è ostruita da un grosso albero franato dai pendii circostanti. Risaliamo la ripida sponda sinistra e ci ricaliamo nel greto non senza qualche difficoltà a causa della ripidezza del pendio. Arrivati di fronte ad un salto roccioso, che sicuramente non si doveva arrampicare, non si vede l'ingresso della grotta. Eppure deve essere da queste parti. Anche qui segni di frane, ma non recenti, e vegetazione rigogliosa dappertutto; vuoi vedere che è stato sommerso? La Sara prova a scrutare tra le piante rampicanti e sente un refolo d'aria fresca: è lì sotto! Ci apriamo la via, come se fossimo in una foresta tropicale, e dentro.
Superiamo veloci gli stretti a labirintici cunicoli iniziali (per fortuna c'è il cavo a guidarti), sporcandoci per bene di fango, e raggiungiamo l'attivo dove procediamo a pulirci.
nel tratto iniziale ci sono parecchie intrusioni di basalto nella roccia calcarea
Durante il lungo primo tratto splendido, facciamo un paio di foto e poi decidiamo di proseguire fino in fondo e farle al ritorno. L'attivo è sbarrato da una zona franosa e ci attende un lungo tratto da strisciare: il "Cunicolo Yoga", un nome, un programma.
Sandro fa da apripista, sbagliando l'imbocco, ma che per fortuna reimmette nel cunicolo giusto, e poi infilandosi in un lunghissimo tubo freatico riempito di terra. Dopo un paio di passaggi al limite, dove ha dovuto pure togliersi il casco, gli viene il dubbio di aver sbagliato e ritiene impossibile che chi ha fatto immersioni nel sifone finale sia passato di qua con le bombole! Per fortuna trova uno slargo dove girarsi e ripercorre il budello sempre con il sacco speleo pieno di pesante attrezzatura fotografica davanti a sè!
Alla fine troviamo la via per ritornare sull'attivo, ma subito c'è un'altra frana da passare ed è quella con il "passaggio super-yoga" che obbliga a contorsioni per trovare la via giusta tra massi di frana puntellati che è meglio non guardare e non sollecitare troppo!
Finalmente l'attivo e, dopo un tratto basso, procediamo in posizione eretta fino al sifone dove ci concediamo una pausa contemplando i favolosi fiori di gesso che costellano le pareti.
Durante il ritorno facciamo foto nei punti più caratteristici di questa seconda parte di grotta tra cui i meravigliosi camini che si perdono nell'oscurità. Però ci siamo fregati! Abbiamo sporcato tutta l'acqua e certe foto verrebbero brutte: le rifaremo durante l'andata della prossima volta che verremo.
la forra - uno dei due altissimi camini
Ramo a T
il fantastico meandro
Via veloci attraverso la frana centrale ed il primo tratto bello, iniziamo la via dell'uscita non prima di aver dato un'occhiatina allo splendido rametto delle stalattiti. La risalita è più faticosa perchè siamo completamente ricoperti di melma viscida e scivoliamo non poco.
All'uscita foto di gruppo tutti marroni, discesa acrobatica sull'albero crollato e poi lavaggio di tutta l'attrezzatura sul torrente che esce a valle della presa dell'acquedotto nell'acqua della grotta resa torbida dal nostro passaggio interno.
uscita "amazzonica"
S-Team di oggi, da sinistra: San, Massi, Sara, Simo
Conclusione d'obbligo al Bar Rana, come da tradizione quando si viene da queste parti ;-)
San
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